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Il marchio: garanzia di qualità

Insaccati dop

Iniziamo con questo articolo a parlare dei marchi di qualità del vino e dei prodotti agricoli e zootecnici in generale. I marchi sono utili per capire la qualità di un prodotto e di conseguenza del rapporto qualità/prezzo. Sono quindi un utile indicatore quando andiamo a fare la spesa. Iniziamo con il marchio forse più famoso: il marchio Doc, denominazione di origine controllata. E’ un marchio che viene utilizzato in enologia per certificare le uve e i territori in cui esse vengono prodotte. I vini devono essere prodotti solo con tali uve rispettando anche determinati protocolli stabiliti dal ministero dell’agricoltura. Di solito al marchio Doc si abbinano solo vini prestigiosi e di alta qualità che prima di essere messi sul mercato vengono analizzati per verificarne le corrette proprietà organolettiche. Se non passano i controlli non hanno diritto al marchio Doc. Dopo dieci anni dall’ottenimento del marchio Doc un vino ritenuto di particolare pregio può ottenere il marchio Docg (denominazione di origine controllata e garantita. I protocolli di controllo dell prodotto finale sono maggiori rispetto a quelli riservati ai Doc. Infine per i vini c’è il marchio Igt (indicazione geografica tipica) che attribuisce una qualità superiore ai vini da tavola di una determinata area ma con protocolli meno stringenti rispetto a Doc e Docg.

L’importanze dell’area di produzione

Il marchio Dop, denominazione di origine protetta, invece individua l’area in cui è prodotto un determinato alimento e il nome del territorio gli viene associato (es. prosciutto di San Daniele Dop, prosciutto Toscano Dop). Questo marchio comprende il vino, birre, aceti, oli, prodotti ortofrutticoli, carne e in generale tutti i prodotti alimentari meritevoli di tale marchio. Anche in questo caso, oltre alla territorialità della materia prima è necessario seguire rigorosi protocolli di produzione pena la perdita del marchio Igp, indicazione geografica protetta, è simile al Dop, nel senso che il prodotto finale deve essere realizzato in una determinata area e con determinati protocolli ma la materia prima può anche arrivare da altre zone. Ad esempio la bresaola della Valtellina ha un marchio Igp e non Dop, dato che materia prima (o gran parte di essa). Il fatto però che per la realizzazione del pregiato alimento si seguano determinati protocolli e in fase di stagionatura il prodotto goda del clima favorevole della valle da diritto al marchio Igp.

La sicurezza del marchio

Siamo certi che acquistare un prodotto con un marchio sia indice di sicurezza? Siamo sicuri, in altre parole che il marchio che troviamo sull’etichetta poi coincida con il prodotto che stiamo per acquistare? Abbiamo una buona notizia: nella stragrande maggioranza dei casi la risposta è sì. L’Italia ha protocolli molto rigidi e altrettanto rigidi sono i controlli. Magari questo sarà un problema per i produttori costretti ad affrontare controlli su controlli (la nostra burocrazia la conosciamo tutti…) ma per i consumatori questa è una garanzia. Poi i furbi che riescono a mettere sul mercato prodotti con marchi fasulli ci sono lo stesso, ma sono in minoranza e di solito le durata delle loro truffe non è eterna, prima o poi vengono scoperti.

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