Un termine molto in voga in ambito informatico, che accende spesso i dibattiti: ma cosa significa esattamente Open Source? Lasciamo da parte tecnicismi, ma cosa vuol dire in pratica? La maggior parte delle persone pensa che significhi gratis, ma non è così, anzi, il fatto che lo sia è una conseguenza (e non da poco), ma non erano queste le intenzioni di chi ha inventato le licenze libere. Si, perché adesso useremo indifferentemente termini come Open Source, software libero e copyleft. Credo che, per chiarire meglio il concetto, sia utile fare due esempi di utilizzo di licenza libera. Da primo esempio poi, scopriremo che non si parla solo di software, ma di tutti i prodotti dell’intelletto, quindi anche di libri, enciclopedie, musica, fotografia e chi più ne ha più ne metta. Se la mia spiegazione vi dovesse sembrare incompleta, qui troverete ulteriori spiegazioni.
Wikipedia: un enciclopedia libera creata dagli utenti
Il primo è Wikipedia (delusi che non sia partito da Gnu/Linux? Credo che per un non addetto ai lavori il caso di Wikipedia sia di più semplice comprensione). Se non conoscete Wikipedia vi invito a visitare il sito, si tratta di un “enciclopedia universale”, disponibile online. Cosa la differenzia dalle enciclopedie tradizionali? Non il fatto di essere online, anziché essere stampata su carta, dato che ormai anche la Treccani la potete trovare online, e sempre gratis. La differenziano due cose: il fatto di essere stata redatta esclusivamente a volontari e che i suoi contenuti siano protetti una licenza chiamata Creative Commons, la quale garantisce a tutti la fruizione dei contenuti ed il suo riutilizzo. Si tratta di una delle tante licenze libere, questa orientata verso i contenuti, piuttosto che verso il software. I suoi paletti fondamentali sono:
- attribuzione: devi riconoscere la paternità del materiale che stai riutilizzando
- stessaLicenza: se remixi il materiale o fai un lavoro basato su di esso, devi redistribuire i contenuti con la stessa licenza del materiale originario
Una grande comunità di utenti, affascinata dal progetto, ha dato il suo contributo (io stesso nel poco tempo libero che ho a disposizione), e, secondo me, Wikipedia è diventata la miglior enciclopedia universale al mondo. Si è trattato di una sfida non da poco: in molti infatti sostenevano che un progetto di queste dimensioni, senza avere alla sua base professionisti pagati, non avrebbe mai raggiunto una qualità accettabile. Sarebbe rimasto sempre un mediocre prodotto amatoriale, adatto per chi volesse avere un’idea superficiale della materia, ma assolutamente non indicato per dei professionisti. Oggi, autorevolissimi istituti, fanno riferimento a Wikipedia per i loro lavori. Si lo so quello che volete dire, che su Wikipedia ci sono diversi svarioni. Lo so, ma credete che questi non si trovino anche sui prodotti commerciali? In ogni caso, questo progetto può contare su migliaia di volontari che da sempre investono il loro tempo per correggerla ed integrarla.
Richard Stallman ed il progetto GNU
L’esempio più celebre però, viene dal campo dei sistemi operativi. Richard Stallman, stanco dei paletti imposti dalle aziende del software ai loro programmi e infuriato dal fatto che dei contratti di licenza capestro impedissero loro di modificare ad adeguare gli stessi alle loro esigenze, decise di dare vita ad un nuovo sistema operativo, con una nuova licenza, finalizzata a dare il massimo della libertà all’utente, che stava diventando sempre più schiavo dei contratti. Qui trovate informazioni interessanti sulla nascita di questo grande progetto libero. Quello che molti pensano è che Stallman (con il contributo di un sacco di programmatori, come Linus Torvalds) ci abbia voluto regalare un sistema operativo libero, quindi senza la necessità di pagare licenze a Microsoft, Apple o IBM. Ed è qui che sta l’equivoco, non erano queste le sue intenzioni. Anzi, nella filosofia dell’universo GNU, non c’è niente di male a farsi pagare per un prodotto dell’intelletto come un software. Il problema sta nella personalizzazione. Quando io compro un Mac ho già un sistema operativo installato che fa un sacco di belle cose. Io non ho installato nulla, non lo ho configurato e, di fatto, non so nemmeno cosa faccia. Questo non va bene, una persona dovrebbe sapere cosa c’è nel proprio computer, cosa fa il proprio computer e poterne personalizzare il proprio funzionamento. Il trovarsi tutto pronto è comodo, ma è anche un limite alla propria libertà. Sappiate che cercare modificare e/o migliorare il vostro PC con Windows o MacOS, magari condividendone il lavoro, prende il nome di Hacking, e potrebbe avere addirittura risvolti penali.
Stallman e la stampante del MIT
Per capire il senso del progetto GNU, Stallman racconta sempre l’esempio della stampate, da cui tutto ha avuto origine. Al MIT avevano creato un piccolo software che, nel momento in cui la stampante finiva la carta, mandava un messaggio a tutti gli utenti sul terminale, in modo che qualcuno si alzasse e andasse a ricaricarla (la stampante era in una stanza al piano di sopra). Arrivò una nuova stampante e, volendo fare lo stesso modding, contattò il produttore del software. Scoprì, con suo enorme sgomento, che le clausole di contratto non permettevano di fare modifiche al programma. Da li comprese a quali vincoli ci poteva portare il software proprietario e la necessità di avere a disposizione del software libero. Nacque così il progetto GNU. Ancor più profonda, se pur con contenuti etici radicalmente diversi alla base, è stata la riflessione del ministro della difesa del Brasile: a detta di questo ministro, un esercito non può utilizzare nei propri PC un sistema operativo straniero la cui licenza vieta di sapere come sia stato fatto. Come faccio ad avere la certezza che non mi rubi dei dati? O semplicemente che funzioni?
Il software proprietario è meglio del software libero?
Ho fatto due esempi, potrei farne centinaia. Per ogni software “coperto” da licenza proprietaria, ne esiste almeno uno “libero”. O quasi sempre. Ms OFfice è proprietario, mentre LibreOffice è libero. Analoga cosa per Adobe Photoshop e The GIMP, PhpStorm con NetBeans, e, ovviamente, la storica sfida Linux Vs Windows. Ma allora, meglio il software libero o quello proprietario? Per anni si è pensato che, senza pagare professionisti che lavorassero ad un progetto, il risultato sarebbe stato sempre amatoriale. Sarà vero? Il software libero è buono solo per studiare o giocare o, comunque, compiti minori?
Esempi di utilizzo del software libero
No, definitivamente la risposta è no! Ma non lo dico io, non lo dice un gruppo di nerds o una corrente di pensiero: lo dice la storia. I 100 supercomputer più potenti del mondo usano tutti sistema operativo GNU/Linux, i webserver che contengono i siti che visitate, nonché quelli che gestiscono le vostre transazioni, hanno tutti Linux. Lo stesso sistema operativo è utilizzato da diversi ministeri della difesa, come quello brasiliano. Anche il vostro cellulare Android usa il sistema del pinguino, avendo vinto la sfida contro il sistema operativo di Redmont e della Apple.
Casi in cui il software proprietario è migliore del software libero
No, non sono giocattoli. E allora? Sono migliori? Non ho detto nemmeno questo. Dico solo che, il fatto che siano programmi scritti sotto licenza open, non ne fanno un prodotto inferiore o amatoriale. Dopo di che, bisogna vedere caso per caso e, non meno importante, chi utilizza il software e per fare cosa. Io trovo che Ms Office sia migliore di LibreOffice sotto diversi punti di vista, ma, dovendolo utilizzare solo per poche cose, non vedo la necessità di pagare una licenza per avere il superiore prodotto Microsoft. Analogamente trovo che, per sviluppare PHP, il miglior IDE sia PhpStorm e, lavorando con PHP 8 ore al giorno, pago volentieri una licenza.
Perché usare un sistema operativo libero
Per quanto riguarda il sistema operativo trovo Linux adattissimo alle mie esigenze e, di fatto, lo uso ormai da anni. Dal 2006 non ho nemmeno il dual boot. Ma se uno volesse il PC solo per i videogiochi, forse sarebbe meglio Windows e, allo stesso modo, se fosse un negato a cui serve solo per leggere la posta, magari non sarebbe male passare ad Apple. Agli studenti, in particolare quelli universitari, consiglierei di utilizzare esclusivamente software libero. Per un sacco di buone ragioni: perché quanto più software libero imparate ad utilizzare oggi, quanto meno spenderete in licenze una volta laureti, perché da studenti avete un sacco di tempo libero per contribuire a migliorarlo, perché utilizzare diverse piattaforme contribuirà a tenere alta la vostra elasticità mentale. Attenzione poi che non esiste solo linux, ma esistono altri sistemi operativi liberi, come quelli della famiglia BSD.
Conclusioni
Non voglio qui stilare una classifica del miglior software per ogni categoria, voglio solo rimuovere un errato pregiudizio, ammesso che esista ancora, secondo il quale il software a pagamento (o più in generale i prodotti a pagamento) siano migliori di quelli gratuiti. Credetemi, non vi è nessuna relazione, provate a scegliere software libero e, alla fine, condividerete con me tutti i vantaggi che comporta