Non solo vantaggi economici e sociali, ma anche ecosistema
Difficile elencare tutti i vantaggi derivanti dall’acquisto di prodotti a chilometri zero. Abbiamo già elencato in un precedente articolo alcuni dei vantaggi economici e sociali dati dall’acquisto di prodotti a chilometro zero, altri già li conoscete da voi, ora voglio parlare di una cosa che si fa molto meno: di ecosistema. E si che è strano, sono davanti a tutti i danni all’ambiente dati da una globalizzazione mal gestita. L’ultimo è stato quello delle zecche e, sono disposto a scommettere, il prossimo saranno le vespe samurai.
Come le cimici asiatiche hanno conquistato il mondo
Tutti sappiamo che la cimice che, oltre ad infastidirci, sta devastando i raccolti arriva dall’Asia, non a caso si chiama cimice asiatica. Non sappiamo esattamente come, ma non è difficile immaginare che abbia viaggiato in una nave portaconteiner e sia sbarcata in uno dei nostri porti. In precedenza era già arrivata negli Stati Uniti, nel 1998 per essere precisi. Chissà cosa trasportava quella nave, magari pomodori, che avremmo potuto tranquillamente raccogliere e portare ai supermercati da qua. Ho detto raccogliere perché, magari, li avevamo già coltivati, ma abbiamo preferito importarli noi già in cassetta che procedere con il lavoro di raccolta. Peggio ancora, è capitato in passato di vedere fiumi rossi, a causa dei pomodori che buttavamo via. Assurdo vero? Presumo che un giorno, quando lo racconteremo ai nostri figli, ci prendano per pazzi. O almeno lo spero, perché altrimenti significa che le cose non sono cambiate.
Zanzara tigre, pesce siluro, nutrie, headsnake e infantria americana.
Non è il primo danno all’ecosistema dovuto alla globalizzazione. Quasi trent’anni fa, con le gomme delle automobili, è arrivata in europa la zanzara tigre, che sta dando non pochi problemi, specialmente nelle zone più calde a umide. Al sud della Spagna ormai è una vera e propria calamità. Nel fiume Po’ il pesce siluro sta facendo strage di tutti gli altri, esattamente come sta facendo l’headsnake negli Stati Uniti. Le nutrie stanno devastando gli argini dei nostri fiumi e proseguono inarrestabili la loro cresci demografica. Negli anni ’90 fu la volta dell’infantria americana.
Danni della globalizzazione nella storia
Ma se andiamo indietro coi secoli, scopriamo che i disastri della globalizzazione erano cominciati già ai tempi di Cristoforo Colombo. Pensate alla barbatelle: dobbiamo innestare le viti in altre di origine americana, perché, secoli fa, abbiamo importato dall’America un parassita che uccide le nostre piante, al quale quelle americane sono immuni. Anche noi naturalmente abbiamo fatto disastri in giro per il mondo, forse il peggiore è stata la diffusione del vaiolo presso le comunità indiane d’America, che non ne avevano nessuna difesa. Qualcuno parla della prima guerra batteriologica della storia, qualche secolo prima del Covid.
Meglio comprare prodotti autoctoni
Come vedete la globalizzazione non ci porta solo l’ananas per il cenone di Natale dall’Africa o i prodotti dell’artigianato del terzo mondo a basso prezzo, ma ci porta anche virus, batteri e parassiti. E non è questa una buona ragione per comprare prodotti a chilometri zero? Non solo, ma se possibile, consiglio pure prodotti autoctoni. La frutta locale ha bisogno di meno trattamenti per crescere e meno pesticidi, perché già immune ai parassiti locali. E tutto questo si traduce in miglior salute oltre che ad un beneficio per l’ambiente.