Oggi mi permetto di parlare di una mia passione. Temo che l’argomento non interessi a molti, quindi, se siete tra questi, saltate direttamente al prossimo articolo. Ah, dimenticavo, parleremo di videogiochi. In ogni caso, anche se i videogiochi non vi piacciono, suggerisco comunque l’articolo. Un po’ di cultura generale fa bene, e poi, credo, questo termine diventerà presto popolare anche in altri mondi, a partire da quello del cinema.
Acquistare titoli indie?
Quando accedete una piattaforma tipo “Steam” e volete cercare un videogioco da acquistare, capita facilmente di imbattersi nella categoria “indie”. Ma allora cosa significa? Semplicemente che è un titolo appartenente ad una etichetta indipendente. Detto così è ancora meno chiaro. In parole povere, nel mondo dei videogiochi, esattamente come in quello del cinema e della musica, esistono le grandi “majors” (etichette per usare un termine più italiano). Sono le grandi case discografiche o cinematografiche: quelle che hanno i soldi, che possono realizzare progetti costosi, che possono promuovere i loro lavori con massicce campagne pubblicitarie e che possono arruolare i migliori artisti/professionisti. Possono anche decidere cosa andrà di moda e cosa no, possono persino condizionare i nostri gusti.
Indie = Indipendenti
Esistono poi gli indipendenti. Gli indipendenti sono quelli che non trovano una major che sponsorizzi il loro lavoro, oppure grandi artisti che non vogliono lavorare per loro, perché riceverebbero delle imposizioni. Le major, infatti, impongono dei rigidi paletti ai loro autori, ai quali dovete sottostare (a meno che non vi chiamiate Steven Spielberg o Roger Waters). E come fanno gli indipendenti a sperare di fare un lavoro degno di essere preso in considerazione con i loro pochi mezzi? Fondamentalmente contando su alcuni fattori: il non avere vincoli imposti gli permette di fare dei lavori meno apprezzabili dal punto di vista commerciale, ma molto di più dal punto di vista artistico. In altre parole, contano di fare breccia tra il pubblico di “nicchia”. Il secondo vantaggio è quello di poter rischiare: puoi fare un esperimento e, se va male, amen. Se, invece, se la Walt Disney devi puntare sul sicuro. Un flop significherebbe un danno da milioni. Poi, per finire, si conta di poter sostituire i mezzi tecnici con delle idee geniali. Molti quando guardano un film si fanno impressionare dagli effetti speciali, ma, molti altri guardano anche sceneggiatura, trama o altre intuizioni. Un esempio per tutti? “the blair witch project”. Il film sulla strega di Blair è un ottimo esempio di progetto indie. Ho parlati di cinema in questo esempio, ma quanto detto vale per musica, videogiochi e qualsiasi altra espressione artistica (si, considero i videogiochi una forma d’arte).
Bene, allora va bene comprare prodotti indie? Certamente, andranno a finanziare delle persone che lavorano per l’arte, che ci credono e che, di solito, non sono milionarie. Molti progetti indie si trovano pure tra i videogiochi Android e IOs, basta cercare. Buon divertimento.