Il panettone e il pandoro sono due tra i più famosi dolci tipici natalizi italiani. In questo periodo dell’anno sono presenti sugli scaffali di tutti i negozi di prodotti alimentari e supermercati. Il prezzo varia da qualche euro a qualche decina di euro. Diffidiamo da quelli che costano troppo poco, spesso infatti sono anche fatti con materie prime da poco…. Questi due dolci possono anche essere preparati in casa (attenzione però, non crediate che sia semplice come preparare una crostate). Nel corso degli ultimi decenni sia il panettone che il pandoro hanno avuto varianti più o meno interessanti che hanno ampliato la gamma dell’offerta in maniera significativa. Il mercato offre non più solo il tradizionale panettone con uvetta e canditi. C’è la variante con uvetta e senza canditi, quello allo zenzero, cioccolato e pere, crema di limone, frutti di bosco e altre infinite varianti. Anche i pandori, nel corso del tempo sono stati farciti con creme più o meno tradizionali. Tanto che, a detta dei puristi, il termine panettone o pandoro non sono nemmeno appropriati per queste varianti.
Il panettone e la sua storia
Si tratta di un dolce nato a Milano e che successivamente si è diffuso in tutto il mondo grazie all’emigrazione dei nostri connazionali. Oggi, che vi troviate a New York o Shangai, potete comprare un panettone in qualunque centro commerciale. Quello tradizionale si realizza partendo da un impasto lievitato a base di acqua, farina, burro, uova (tuorlo), al quale si aggiungono frutta candita, scorzette di arancio e cedro in parti uguali, e uvetta. Il risultato è comunemente denominato panetton candìo. Quelli più innovativi partono sempre dall’impasto tradizionale. La base è di forma cilindrica, in alto termina a cupola. L’origine pare sia nell’anno 1495 alla corte Ludovico Maria Sforza, altrimenti noto come Ludovico il Moro signore di Milano, Siamo alla vigilia di Natale ci si sta preparando ai festeggiamenti. In cucina viene chiesto a un giovane garzone chiamato Toni, di stare attendo alla cottura delle ciambelle. Il giovane purtroppo si addormentò lasciandole bruciare. Al suo risveglio, resosi conto di cosa aveva combinato e preso dal panico si ricordò che poco tempo prima con gli avanzi dell’impasto delle ciambelle con aggiunta di canditi e uvetta, anch’essi avanzati, aveva preparato un ottimo dolce per i suoi amici. Così in fretta e furia realizzò e infornò per la seconda volta un panettone. Dopo averne sentito il profumo il capocuoco decise di servirlo ai commensali che ne rimasero estasiati. Venne chiamato “el pan de Toni” che poi nel corso del tempo diventerà il Panettone. Ci sono comunque altre storie che vedono il Panettone nascere come frutto dell’amore di un giovane fornaio verso una bellissima ragazza e altre che lo fanno nascere in un convento per mano di una suora. Il panettone comunque sia nato ha superato i 500 anni di vita. Nel 1919 Angelo Motta iniziò a produrlo industrialmente portandolo nelle case degli italiani e in giro per il mondo. Resto comunque dell’idea che i panettoni più buoni siano quelli che si comprano nei panifici che ancora lo producono col metodo tradizionale. Costa di più, ma anche la qualità è assai diversa.
La storia del pandoro
Il Pandoro nasce a Verona. Gli ingredienti principali sono la farina, il burro, le uova e lo zucchero. La forma è a tronco, con rilievi a forma di stella, di solito a otto punte. Forse il nome deriva da quello del Pan de Oro (pane d’oro) che era un tipico dolce destinato alle tavole dei ricchi veneziani. La nascita ufficiale è il 14 ottobre 1884 quando il pasticciere veronese Domenico Melegatti presentò domanda di brevetto al Ministero di Agricoltura e Commercio del Regno d’Italia. Alla forma pensò Angelo dall’Oca Bianca, un pittore di origine veronese, che disegnò lo stampo a piramide tronca e otto punte che contraddistingue il pandoro. Nasce senza farciture, ripieni vari o coperture. Quello classico viene venduto con una bustina di zucchero a velo per “spolverarlo” un attimo prima della sua consumazione. Non so come sia la situazione nelle altre regioni, ma, malgrado la vicinanza con il Veneto, comprarlo in un panificio che produce artigianalmente il pandoro è impresa praticamente impossibile.
Panettone e Pandoro, come renderli originali
Panettone e Pandoro possono assere sia acquistati che fatti in casa, anche se le loro preparazioni non sono tra le più semplici. Il nostro consiglio è quello di provare a realizzarli in casa ma, se questo non è possibile, cercate di comperare quelli artigianali. Il prezzo sarà superiore rispetto a quelli industriali, ma anche la qualità dovrebbe, almeno teoricamente, essere proporzionale al prezzo. Acquistarli artigianali significa anche fare acquisti a chilometro zero dando anche una mano alle piccole realtà locali. Se non ci si sente in grado di realizzarli in casa si possono acquistare questi dolci nella loro forma più classica possibile ed eventualmente creare in casa creme originali e guarnizioni. Con Panettoni e Pandori avanzati dai festeggiamenti si possono creare ulteriori nuove ricette interessanti facendo ad esempio un ottimo budino di panettone oppure degli ottimi French toast, sempre con il panettone.
La Gubana
Non è perché sono friulano che vi dico che il mio dolce di Natale preferito è la Gubana. Ovviamente, come degno rappresentante della nostra cucina, è una bomba calorica, visto il ripieno di noci, pinoli, uvetta e mandorle. Credetemi però che il sapore è straordinario. Se poi tornate da una giornata negli sci nelle nostre montagne, assaporarla tiepida con un innaffiata di grappa, riscalda il cuore, oltre che il fisico. Mi sono sempre chiesto la ragione per la quale sia sempre stata in seconda posizione rispetto a Panettone e Pandoro. Non ho una risposta, ma solo qualche ipotesi. La prima è che noi friulani non abbiamo, o forse sarebbe meglio dire non avevamo, le stesse abilità commerciali dei cugini veneti e lombardi, è più complicata da conservare (infatti difficilmente la trovate in saldo a febbraio) e, per finire, costa di più. Produrre Gubane a livello industriale a buon prezzo è un’impresa praticamente impossibile, visto che soltanto gli ingredienti da utilizzare sono costosi di loro. Se trovate una Gubana troppo economica state molto, molto attenti! Un consiglio, se non siete di Pordenone e non la avete mai provata, fate così: prendete una Gubana, versategli sopra un bicchierino di grappa (se non avete grappa va bene anche il rum), mettetela in forno tiepido e fatela inteipidire minuto. Servitela ancora tiepida. Diventerete anche voi fans di questo spettacolare prodotto tipico locale.